mercoledì 9 aprile 2014

Sotto l'acquazzone una sconfitta che brucia ...

La Planet si presenta all’inedita sfida contro la Pattadese con l’entusiasmo che ormai ricercava da oltre un anno quello di girovagare per nuovi campetti di periferia e di confrontarsi con nuove realtà calcistiche. Purtroppo l’attesa, sul primo versante,  è stata vana perché l’impianto di gioco di Pattada, vuoi per le abbondanti  e continuative piogge degli ultimi giorni, vuoi per le dimensioni molto ridotte del rettangolo di gioco mal si sposava per interpretare una partita di calcio con la C maiuscola. Partiamo con la cronaca: Si arriva a Pattada con l’incognita se far disputare la gara o meno, con i ragazzi sassaresi che lasciatosi alle spalle un pallido sole preferirebbero rientrare anticipatamente a casa e i locali che vedono nel loro fortino le giuste condizioni per giocare. La palla passa all’arbitro che memore del chilometraggio fatto da Alghero per giungere in loco trova solo in questo la giusta motivazione per dar vita alla disputa. I ragazzi di Sgarella cominciano a prendere in seria considerazione l’idea che si debba giocare ed iniziano la fase di riscaldamento dove si capisce fin da subito che sarà difficile dar vita ad una bella gara perché le condizioni del terreno col calpestio vanno via via a peggiorare trasformandolo in un autentica risaia con angoli paludosi e vertici melmosi. Ecco allora gli undici che iniziano la gara : Sannalatela in porta, difesa a quattro con il rientrante ma febbricitante Capitan Murittu coadiuvato da Agostam alla sua seconda trasferta fuori dal circondario sassarese, esterni bob cat Pirasa e caterpillar Cassano, davanti la difesa l’onnipresente Sandro Fadda, centrocampo affidato al trio Pastore-Brundu-Angioi. In avanti slot machine Deliperi con l’arrembante dalle polveri bagnate Bruno Max Nieddu. A disposizione : Manuele e Alessio. Si inizia e per gli anziani del gruppo sembrerebbe un déià vu della classiche partite da regionali Planet dove si attacca a testa bassa sembrando che l’unico avversario da vincere sia il tempo. Si è esagitati, carichi oltremisura, si va a mille nonostante il campo sia un pantano e la palla stessa determina che bisogna rallentare e ragionare, rotolando poco e finendo spesso per arrestare, inevitabilmente, la sua corsa nell'acqua. Si creano diverse buone palle gol che non si concretizzano per un inezia o malasorte. Gli avversari dotati di scafandri e cingolati migliori dei nostri rimangono a guardare aspettando la calma dopo la tempesta. Il campo contribuisce perché il gioco sia maschio e gli interventi al limite del regolamento. Dopo 40 minuti di bel calcio Planet si va negli spogliatoi con un pugno di mosche e due spigole pescate dai ragazzi in panchina nel torrente in piena che scorreva ai loro lati. Negli spogliatoi si capisce che le condizioni climatiche non sembrano avvantaggiarci ma si deve cercare di far fronte a tutte le situazioni senza per forza farne una scusante. Si entra per la ripresa ancora più determinati e caparbi di far nostra la partita.  Il Mister appronta la prima sostituzione  di Pirasa per Emanuele. Il match staziona stabilmente nell’acquitrino ospite e per la difesa sassarese sembrerebbe un sabato di relativa tranquillità. Forse questa rilassatezza genera il vero problema infatti a seguito di un volo d’angelo di Capitan Murittu e di una standing ovation per un carpiato stile Cagnotto di Agostam nelle piscine messe a loro disposizione o forse a causa della pioggerellina fitta fitta “chissa chi infondhi un bè”  mista a nebbia che di tanto in tanto faceva capolino, i meccanismi difensivi si inceppano e da un rinvio che va a tagliare il campo da destra a sinistra come nel film tre uomini e una gamba da sotto la sabbia emerge un avanti locale che fulmina l’immobile difesa sassarese. Senza renderci conto e senza merito siamo sotto 1-0. Palla al centro, ci buttiamo in avanti a capofitto  ed in men che non si dica pareggiamo la gara con Max che è abile a sfruttare un assist di Angioi e deposita in gol la più facile delle occasioni, tutti d’accordo tranne l’arbitro che annulla per un fuorigioco millimetrico ai più dubbio o per meglio dire inesistente.  Neanche il tempo di riorganizzare le idee e di materializzare la cocente delusione per il pari non convalidato che da un'altra palla senza nessuna credenziale subiamo il 2-0. Mea culpa di tutta la retroguardia arancio che appare appannata, fragile ed incerta oltremisura. A questo punto Sgarella intuisce la mossa necessaria per sovvertire l’andamento della gara, maschera boccaglio e pinne a tutti, diventando arrembanti seppur disordinati creando con azioni in movimento o con calci da fermo numerose opportunità ma senza raccogliere nessun frutto neanche un barattolino di ricci. I locali, dal canto loro, si dimostrano abili pallanuotisti a proprio agio in queste condizioni limite e arcigni nel mettere sempre il classico piedino per interrompere  in tutte le maniere lecite o illecite le nostre trame di gioco e designati dalla buona sorte dove non arrivano loro c’è sempre una barriera corallina che rallenta il nostro sbarco. Quando si entra negli ultimi cinque minuti e adesso il tempo è  il nostro principale avversario aumentiamo l’arrembaggio con tutti gli effettivi a disposizione e giustamente accorciamo le distanze con Angioi che dall’altezza del dischetto non fallisce la rasoiata del 2-1. Giochiamo gli ultimi tre minuti come i salmoni che devono risalire la corrente e all’ultimo istante da un colpo di testa di Max succede quello che ciascun arbitro non vorrebbe mai trovarsi di fronte la decisione all’ultimo secondo di una palla che aleggia sulla linea di porta gol- non gol senza l'ausilio del giudice di porta. Qualsiasi decisione presa sa che andrà a generare polemiche ma lui si professa ben piazzato e decide in una serata da dimenticare per i ragazzi sassaresi per il non gol decretando la fine delle ostilità. A questo punto siamo come la paranza super impanati dal fango e fritti dall’inatteso risultato. Le aspettative erano tante come la delusione e il rammarico che si respira nello spogliatoio. Il calcio sancisce la sua sentenza nel rettangolo di gioco e bisogna prenderne atto anche se in coscienza si intuisce che in condizioni normali poteva esserci un altro epilogo, ma i se e ma non cambiano la sostanza dei fatti. Dimenticata, o messa a sopire, la cocente sconfitta i ragazzi di Pattada ci invitano nel loro hangar per un interessante terzo tempo a colpi di birra e salsiccia che ristabiliscono l’armonia tra le squadre. Dopo aver fatto il pieno, mestamente, i più si recano all’ Ex.Mo…cafè per leccarsi le ferite e per ricaricare le pile pronti a dar battaglia fin dalla prossima partita che ci vede opposti alla prima del girone blu per cui le motivazioni son facili da trovare. Non si molla fino alla fine …  

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