mercoledì 30 aprile 2014

La Planet a ripezione d'inglese ...


Chi vince festeggia chi perde spiega: La Planet abbandonata l’idea di vera outsider del girone affronta l’ostica gara odierna con la rinfrancata e lanciata nonché vincitrice dello scorso torneo English Centre United. Il campo della sfida è il comunale di Cargeghe, che per i senatori della Planet  è memore di un epico duello contro l’allora Emmebi Football che ebbe come epilogo il più amaro della decennale storia sassarese relegandoci ad un bruciante seconda posizione, non meritevole, in campionato, ma oggi l’avversario di turno è rappresentato dai coloni inglesi per cui è tutta un’altra storia. Bisogna dare atto che il calcio British ha sempre il suo fascino e leggerezza, infatti i locali si presentano al campo solo all’ultimo istante come da tradizione, dopo un lauto pranzo probabilmente al Mc Donald’s sicuramente accompagnato dalla bionda per eccellenza. Finalmente si gioca contro nostri pari età che come noi si rifiutano dei ritiri dentro settimana dedicati agli allenamenti per incontrarsi il sabato con l’unico scopo di dare due calci al pallone tra amici ,senza disdegnare il risultato,venerando e aspettando con ansia non il fischio iniziale ma la novella del terzo tempo. Si inizia con la Planet cosi disposta: Sannalatela in porta, difesa affidata a Cherlie quasi Temple Gaspar con Agostam al centro, Kempes Cassano a sinistra e a destra Marcello, perché nel corpo umano esistono gli adduttori, Sanna. Centrocampo una botta di giovinezza Alex Chiodino affiancato però da suo papà incudine Pastore coadiuvato dal martello Paoletto, esterni da una parte slot Deliperi e dall’altra Angioi. Di punta si gioca al buio(ndr Max). A disposizione del Mister Sgarerikson Capitan Murittu e Andrea Pirasa. Ad arbitrare l’incontro Tony Blair coadiuvato dagli assistenti  Margaret  Thatcher e Winston Churchill per l’occasione, entrambi, inspiegabilmente assenti forse osteggiati dal quarto uomo tal Harry Potter della sezione di Pirri.  La prima mezzora è tutta a tinte nero arancio, per l’occorrenza  blu, con azioni ficcanti da destra a sinistra che ci portano alla conclusione a più riprese, prima con Max che sbaglia un gol clamoroso, ma questo non fa testo, poi con Chiodino che dopo una bella incursione si fa ipnotizzare dal portiere, successivamente ancora con una doppia conclusione di Mattia e con il solito tiro beffardo di Pastore che per un non nulla manca la marcatura. Gli abili avversari che fino a quel momento si prestavano al gioco Planet con un cenno del capo cambiano strategia e cominciano a scambiarsi pizzinni di gioco in pura madrelingua inglese mandando in confusione i trasferisti sassaresi. In un attimo si passa dalla mirinzana in forru di Santoni a We are the champions dei Queen. Questo cambiamento genera uno squilibrio ormonale all’unico  fuoriclasse della gara che si atteggia da professionista serio e affermato distribuendo cartellini con relativi scontrini fiscali che decreta la fine del tempo. English 0 Planet 0. La seconda metà di gara nasce sulla falsariga del finale di tempo,dove i locali fanno valere tutta la loro notevole esperienza capendo il nostro punto di rottura infatti a seguito di una tangente al bravo Gaspa a suon di 0.20 promesse a fine gara si fanno consegnar palla al limite dell’aria per segnare il gol dell’ 1-0 cogliendo tutta la difesa arancio in bambola. La Planet avrebbe un occasionissima per poter subito pareggiare i conti ma dopo una serpentina di Chiodino che semina il panico nella difesa locale scarica una palla solo da soffiare aggiungo con qualsiasi parte del corpo, al non so cosa ti è successo Max, che dalla linea di porta riesce incredibilmente a scaraventarla sopra la traversa di qualche metro. Ad oggi una folta rappresentanza di ingegneri  sono ancora impegnati nella galleria del vento per cercare di trovare una spiegazione della traiettoria data alla palla dal colored sassarese che dopo questa conclusione viene bersagliato da numerosi insulti da parte dei compagni di squadra , osannato da un casco di banane dai tifosi locali e apostrofato dai più forbiti avversari che danno la loro sentenza in puro glamour inglese “chisthu va propriu li pedi tondi e lu culu sarraddu”. Dopo questa mega-super-stra-facile palla gol gli oriundi di casa giocano sulle ali dell’entusiasmo facendo valere la loro “giovane età” sciorinando un calcio semplice ma al tempo stesso essenziale ed efficace, che è sinonimo di ordine ed esperienza, fatto di passaggi a modi tiki taka ma senza mai disdegnare la più classica e rinomata per il nostro calcio palla alla viva il parroco, e  in men che non si dica li proietta ad acquisire il doppio vantaggio grazie ad un abile marcatura del loro avanti che pone il The end alla gara. La Planet cerca di reagire,ma non ha né forza né testa, e il muro eretto dai locali è una vera roccaforte capitanata dal loro leader difensivo non con la fascia al braccio ma in maniera molto vintage  sulla testa vincendo tutti i duelli con il nostro attaccante che attraversa un periodo o meglio è sempre stato nero. L’arbitro fischia la fine di una bella partita dai due volti tra due squadre finalmente amatoriali che si son rispettate e divertite in un sabato che trova la giusta collocazione in un bar al centro del paese per gemellare i colori delle maglie e condividere i momenti più belli del match che vedono come da copione finale il più classico dei risultati inglesi English 2 Planet 0. To be or not to be that is the question …

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