Chi vince festeggia chi perde spiega: La Planet abbandonata
l’idea di vera outsider del girone affronta l’ostica gara odierna con la
rinfrancata e lanciata nonché vincitrice dello scorso torneo English Centre
United. Il campo della sfida è il comunale di Cargeghe, che per i senatori della
Planet è memore di un epico duello
contro l’allora Emmebi Football che ebbe come epilogo il più amaro della
decennale storia sassarese relegandoci ad un bruciante seconda posizione, non meritevole, in campionato, ma
oggi l’avversario di turno è rappresentato dai coloni inglesi per cui è tutta
un’altra storia. Bisogna dare atto che il calcio British ha sempre il suo
fascino e leggerezza, infatti i locali si presentano al campo solo all’ultimo
istante come da tradizione, dopo un lauto pranzo probabilmente al Mc Donald’s sicuramente
accompagnato dalla bionda per eccellenza. Finalmente si gioca contro nostri
pari età che come noi si rifiutano dei ritiri dentro settimana dedicati agli
allenamenti per incontrarsi il sabato con l’unico scopo di dare due calci al
pallone tra amici ,senza disdegnare il risultato,venerando e aspettando con
ansia non il fischio iniziale ma la novella del terzo tempo. Si inizia con la
Planet cosi disposta: Sannalatela in porta, difesa affidata a Cherlie quasi
Temple Gaspar con Agostam al centro, Kempes Cassano a sinistra e a destra
Marcello, perché nel corpo umano esistono gli adduttori, Sanna. Centrocampo una
botta di giovinezza Alex Chiodino affiancato però da suo papà incudine Pastore
coadiuvato dal martello Paoletto, esterni da una parte slot Deliperi e
dall’altra Angioi. Di punta si gioca al buio(ndr Max). A disposizione del
Mister Sgarerikson Capitan Murittu e Andrea Pirasa. Ad arbitrare l’incontro
Tony Blair coadiuvato dagli assistenti Margaret Thatcher e Winston Churchill per l’occasione,
entrambi, inspiegabilmente assenti forse osteggiati dal quarto uomo tal Harry
Potter della sezione di Pirri. La prima
mezzora è tutta a tinte nero arancio, per l’occorrenza blu, con azioni ficcanti da destra a sinistra che
ci portano alla conclusione a più riprese, prima con Max che sbaglia un gol
clamoroso, ma questo non fa testo, poi con Chiodino che dopo una bella
incursione si fa ipnotizzare dal portiere, successivamente ancora con una
doppia conclusione di Mattia e con il solito tiro beffardo di Pastore che per
un non nulla manca la marcatura. Gli abili avversari che fino a quel momento si
prestavano al gioco Planet con un cenno del capo cambiano strategia e
cominciano a scambiarsi pizzinni di gioco in pura madrelingua inglese mandando in
confusione i trasferisti sassaresi. In un attimo si passa dalla mirinzana in
forru di Santoni a We are the champions dei Queen. Questo cambiamento genera
uno squilibrio ormonale all’unico
fuoriclasse della gara che si atteggia da professionista serio e
affermato distribuendo cartellini con relativi scontrini fiscali che decreta la
fine del tempo. English 0 Planet 0. La seconda metà di gara nasce sulla falsariga
del finale di tempo,dove i locali fanno valere tutta la loro notevole
esperienza capendo il nostro punto di rottura infatti a seguito di una tangente
al bravo Gaspa a suon di 0.20 promesse a fine gara si fanno consegnar palla al
limite dell’aria per segnare il gol dell’ 1-0 cogliendo tutta la difesa arancio
in bambola. La Planet avrebbe un occasionissima per poter subito pareggiare i
conti ma dopo una serpentina di Chiodino che semina il panico nella difesa
locale scarica una palla solo da soffiare aggiungo con qualsiasi parte del
corpo, al non so cosa ti è successo Max, che dalla linea di porta riesce
incredibilmente a scaraventarla sopra la traversa di qualche metro. Ad oggi una
folta rappresentanza di ingegneri sono
ancora impegnati nella galleria del vento per cercare di trovare una
spiegazione della traiettoria data alla palla dal colored sassarese che dopo
questa conclusione viene bersagliato da numerosi insulti da parte dei compagni
di squadra , osannato da un casco di banane dai tifosi locali e apostrofato
dai più forbiti avversari che danno la loro sentenza in puro glamour inglese
“chisthu va propriu li pedi tondi e lu culu sarraddu”. Dopo questa mega-super-stra-facile palla
gol gli oriundi di casa giocano sulle ali dell’entusiasmo facendo valere la
loro “giovane età” sciorinando un calcio semplice ma al tempo stesso essenziale
ed efficace, che è sinonimo di ordine ed esperienza, fatto di passaggi a modi
tiki taka ma senza mai disdegnare la più classica e rinomata per il nostro
calcio palla alla viva il parroco, e in
men che non si dica li proietta ad acquisire il doppio vantaggio grazie ad un
abile marcatura del loro avanti che pone il The end alla gara. La Planet cerca
di reagire,ma non ha né forza né testa, e il muro eretto dai locali è una vera
roccaforte capitanata dal loro leader difensivo non con la fascia al braccio ma
in maniera molto vintage sulla testa
vincendo tutti i duelli con il nostro attaccante che attraversa un periodo o
meglio è sempre stato nero. L’arbitro fischia la fine di una bella partita dai
due volti tra due squadre finalmente amatoriali che si son rispettate e
divertite in un sabato che trova la giusta collocazione in un bar al centro del
paese per gemellare i colori delle maglie e condividere i momenti più belli del
match che vedono come da copione finale il più classico dei risultati inglesi
English 2 Planet 0. To be or
not to be that is the question …
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